Recensione di Nadia - La luce delle stelle di Licia Troisi


Il libro
La luce delle stelle di Licia Troisi
Editore: Marsilio| Pagine: 192| Pubblicazione: 2024| Prezzo 15,00€| Trama:Qui
Genere: giallo

Notizie sull'autrice
Felicia Troisi, detta Licia, è una scrittrice italiana, autrice delle serie fantasy ambientate nel Mondo Emerso e di altre opere quali La ragazza drago, I regni di Nashira, Pandora e La saga del Dominio, nonché di saggi di divulgazione scientifica di astrofisica, materia nella quale è laureata.
Recensione di Nadia

Buongiorno lettrici e lettori, come state? Oggi vi parlo di un libro di una famosa autrice per ragazzi, che si è voluta cimentare in un giallo: sto parlando di Licia Troisi, con La luce delle stelle.
Avevo naturalmente sentito parlare di quest'autrice, molto apprezzata nel suo genere, ma non avevo letto nulla di suo fino a oggi. Posso dire, però, che per quanto mi riguarda l'esperienza non è stata positiva.
Gabriele è un ricercatore astronomico che lavora con alcuni colleghi in uno sperduto e non ben identificato osservatorio internazionale. È piuttosto timido e ha una cotta per Mariela, il medico del gruppo. Durante un black out, che si scoprirà non essere stato casuale, Gabriele dovrà improvvisarsi investigatore: l'hard disk di una dirigente infatti viene trafugato, e uno dei suoi colleghi viene trovato senza vita...
Dicevo che l'esperienza con la Troisi non è stata per me positiva: avevo bisogno di un libro "cuscinetto" da incastrare nella challenge tra uno stato e l'altro e ho scelto questo perché era sotto le 200 pagine, ma avrei dovuto capire che un giallo così breve non poteva essere ben scritto. La luce delle stelle è infatti un libro davvero troppo debole: è privo di una struttura salda. L'idea di un osservatorio immaginario e senza riferimenti geografici avrebbe potuto essere interessante, ma qui il problema è che non si capisce niente: chi sono esattamente questi astronomi? Chi li paga e per fare cosa? Chi li coordina, quali sono le gerarchie? Ok, c'è Samantha, ma anche il suo ruolo rimane molto fumoso, e comunque si sa che viene in visita solo ogni tanto: in suo assenza, chi è il capo? Non abbiamo risposte. Anche la figura di Gabriele, a cui è affidata la risoluzione del "mistero", è inconsistente, priva di fascino, un protagonista scialbo al quale il lettore non si appassiona: non sembra un ricercatore, per quanto giovane, ma un ragazzino insicuro in balia degli ormoni, pertanto non risulta affatto credibile come investigatore. Il finale poi, mi dispiace dirlo, è estremamente banale, telefonatissimo, in una parola deludente. Forse avrei potuto promuovere questo libro se fosse stato presentato come un giallo per ragazzi, ma la casa editrice Marsilio l'ha pubblicato nella collana Lucciole, per adulti. In conclusione, un romanzo che non consiglio, a meno che non siate ragazzini, o lettori completamente digiuni di libri gialli, e anche di bocca buona.

Recensione di Baba - Blackwater pioggia di M. Mcdowell

Desperate Bookswife

 Il libro
Blackwater Pioggia di Michael Mcdowell
Editore: Neri Pozza| Pagine: 248| Pubblicazione: 2023| Prezzo 9,90€| Trama:Qui
Genere: saga


Notizie sull'autore
Michael MCDowell (1950-1999) è uno scrittore americano che ha pubblicato oltre trenta romanzi e scritto per la televisione e il cinema (Beetlejuice e Nightmare before Christimas).

 
Recensione di Baba

Siamo arrivati alla fine di questa saga familiare che a pensarci bene è costata un rene ( 60 euro in tutto e considerando che nasce unica...un po' ci si sente presi in giro).
Ma oltre ad avere un bel packaging... è interessante?
Siamo giunti alla conclusione quindi più che parlare delle storia in sé si possono tirare le somme.
Il primo volume è puramente introduttivo, il lettore si trova davanti una serie di personaggi che gli terranno compagnia per un lungo percorso. Non può capire di cosa si tratti, in realtà non ha nemmeno molta possibilità di appassionarsi, solo conoscere, come quando si va ad una festa di un amico ma gli invitati sono tutti sconosciuti! I volumi successivi danno forma, accadono cose e si intuisce la vena soprannaturale che aleggia intorno alla famiglia protagonista, ma soprattutto alla cara Elinor, la Donna venuta con la piena del fiume Perdido ed accasatasi con Oscar Caskey.
A partire dai primi del 900 in Alabama veniamo piano piano trasportati in braccio al fiume fino alla fine degli anni 50, dove ricchezza, perdite accumulate, cambi generazionali e sorprese hanno fatto sì che si giungesse all'epilogo. Circa sessant'anni di evoluzioni e mistero per un epilogo non all'altezza della situazione. Ho notato un calo negli ultimi due volumi, che mi Hanno fatto pensare che forse l'autore si sia dilungato troppo, facendo perdere un po' di phatos.
È stato buffo vedere com'è tutto sia un cerchio, oppure al contrario come la vita sia una linea che ad un certo punto incerte totalmente rotta. Magari nella stessa persona! Così è capitato a Sister e poi a Miriam. Alla fine Mary Love, la tanto odiata Mary Love ha gettato un seme in un terreno fertile, anche se nessuno a parte la Primogenita di Elinor e Oscar, che ha sempre amato la nonna che l'ha sottratta alla sua famiglia consenziente.
Mi ha fatto sorridere che l'impresa di famiglia sua finita proprio in mano sua, che ha passato gran parte della sua vita a detestare i genitori biologici e comunque ha portato rancore praticamente fino alla fine.
Mi ha lasciato un po' basita la fine di un personaggio fondamentale, non ho molto capito la scelta dell'autore, sono rimasta confusa dal comportamento dei familiari...magari mi confronterò con qualcuno che lo ha terminato!
Ho molto detestato Layla, la figlia della secondogenita Caskey: un comportamento arrivista, materialista e privo di sensibilità nei confronti della famiglia e di chi le vuole bene. Indubbiamente essere stata "presa" da Miriam ha avuto il suo peso!
Ma alla fine, vi starete chiedendo, questa collezione di piccoli volumetti mi è piaciuta oppure no?
La risposta non è così semplice e lineare: in parte parecchio, anche se mi ha lasciato un senso di insoddisfazione, come se in fondo mi aspettassi qualcos'altro che non è mai arrivato. Un po' come un bambino che apre i regali che trova sotto l'albero di Natale è felice, ma speravo in fondo al suo cuore che arrivasse un biglietto firmato dal Babbo più famoso al mondo e questa letterina non c'è!
Ecco, Caro Babbo, dove sei? Cosa volevi dirmi? Non lo saprò mai, ho solo un sorriso di soddisfazione parziale ma gli occhi velati di liquido lacrimale che per fortuna non scende, lo sento solo io ma non traspare.

Recensione di Baba - Blackwater la fortuna di M. Mcdowell

Desperate Bookswife

 Il libro
Blackwater la fortuna di Michael Mcdowell
Editore: Neri Pozza| Pagine: 245| Pubblicazione: 2023| Prezzo 9,90€| Trama:Qui
Genere: saga


Notizie sull'autore
Michael MCDowell (1950-1999) è uno scrittore americano che ha pubblicato oltre trenta romanzi e scritto per la televisione e il cinema (Beetlejuice e Nightmare before Christimas).

 
Recensione di Baba

Fortuna è forse il romanzo che più mi ha entusiasmato di tutta la saga: quinto volume della fortunata serie ambientata a nella città di Perdido, Mcdowell ci butta a gamba tesa nel fantasy cupo, gotico, un po' raccapricciante, come se fosse la cosa più normale del mondo. L'autore scrive con una naturalezza avvenimenti disgustosi (non molti eh...ma d'impatto), come se stesse raccontando di un aperitivo bevuto con un amico la sera precedente. Il lettore ci crede e va avanti a leggere un po' intorpidito ma sicuro che sia tutto a posto, che in quella famiglia sia normale essere così! 

SPOILER PER CHI NON HA LETTO I PRECEDENTI ROMANZI

Ma facciamo un cappello introduttivo come si deve: in questo capitolo della saga Miriam, che è tornata a casa e sta cercando di capire il suo posto nel mondo (o forse sono i suoi parenti a capire quale sia il loro nella vita della giovane donna) inizia quasi a sembrare una donna normale. Elinor è come sempre colei che ha in mano le pedine in questo gioco familiare un po' stravagante; Oscar ha quasi terminato il suo compito, (ne aveva uno se non quello di "genitore due"?); Sister ha fatto un cambiamento repentino e da generosa zitella sposata solo sulla carta si trasforma in qualcos'altro; Grace e Lucille crescono il bambino e sognano ricchezze che non avrebbero mai sperato; Billy Bronze, colui che ormai gestisce le finanze della numerosa famiglia, continua a non piacermi per niente ma indubbiamente ha una piccola parte di terzo livello in questa serie; infine Frances è la vera rivelazione! 

Mai mi sarei aspettata una piega del genere, ho dovuto cambiare idea sulla figlioletta opaca di Elinor: il libro ha svoltato e lo ha fatto con stile. Non solo una saga familiare, un pizzico di fantasy, una spruzzatina di horror e quel briciolo di ambientazione gotica che quella casa sa dare. L'autore ha fatto centro, ma non sono io a dirlo!

Dire che non vedo l'ora di leggere l'ultimo capitolo è banale e prevedibile a questo punto, ma è la verità. Con "Pioggia" dovrò dire addio a questi personaggi che mi hanno accompagnato durante questo viaggio retrò, ho seguito le loro vicissitudini e non li ho mai traditi. Con una prosa coinvolgente e sicuramente una traduzione che non è da meno, La Fortuna (che come dice la parola stessa vede la rinascita finanziaria dei Caskey) è il più brutto dei sei libri dal punto di vista grafico, il più bello fino ad ora a livello di trama. La Pioggia vieni a meeeeeeeeee. 

Recensione di Nadia - Clandestina di Marie Jalowicz Simon


Il libro
Clandestina di Marie Jalowicz Simon
Editore: Einaudi| Pagine: 331| Pubblicazione: 2015| Prezzo 20,00€| Trama:Qui
Genere: narrativa

Notizie sull'autrice
Marie Jalowicz è stata una filologa e storica della filosofia tedesca. Divenne nota a un pubblico più vasto per il suo racconto autobiografico della persecuzione degli ebrei nella Germania nazista, che fu pubblicato postumo.
Recensione di Nadia

Buongiorno lettrici e lettori!

Oggi vi parlo di un libro che esula di parecchio dalla mia comfort zone: infatti non si tratta di un romanzo, ma di una storia vera. Sto parlando di Clandestina - Una giovane donna sopravvissuta a Berlino 1940-1945, di Marie Jalowicz Simon.

In questo libro, edito da Einaudi, l'autrice, ebrea, racconta la sua vita da clandestina nella sua citta, Berlino appunto, dopo essere rimasta orfana alla morte del padre, nel 1941. Costretta ai lavori forzati nella fabbrica Siemens, circondata da parenti, amici e conoscenti ebrei che poco per volta vengono deportati nei campi di concentramento nell'est Europa, Marie capisce presto un'amara verità: se vuole sopravvivere deve togliersi la stella di David dai cappotti, tagliare i ponti con tutte le pe ebree che conosce e iniziare una vita in clandestinità. Marie comincerà così un'esistenza fatta di vagabondaggi nel cuore della notte quando non aveva un posto sicuro dove dormire, decisioni dettate dall'istinto e un catalogo di personaggi più o meno bizzarri che, consapevolmente o meno, la aiuteranno a sopravvivere.

Ricordo che, quando ero bambina e a scuola la maestra ci spiegava che durante la seconda guerra mondiale gli ebrei europei dovevano portare una stella di David cucita sul petto per essere immediatamente riconoscibili, pensavo "ma perché non potevano semplicemente togliersela e fingere di essere ariani?". Ecco, aiutata da un aspetto molto "tedesco", che non la denunciava automaticamente come ebrea, Marie fa proprio questo. Pur non perdendo di vista i capisaldi della propria religione decide, in maniera del tutto lucida e determinata, di comportarsi come una non ebrea in tutto e per tutto. Decisa a sopravvivere a tutti i costi, Marie ha patito la fame e il freddo, ha sopportato violenze e angherie, ma la sua volontà ferrea non ha mai vacillato. Marie non mi è risultata particolarmente simpatica, il suo carattere egoista e fortemente indipendente lo ha impedito, ma d'altra parte è ciò che le ha permesso di giungere incolume alla fine della guerra. Alcuni episodi raccontati dalla Jalowicz sono così assurdi da sembrare inventati, ma proprio ciò che ci sembra più incredibile è in realtà veramente accaduto, soprattutto in tempo di guerra. Leggere questo libro, arricchito da alcune foto d'epoca, è stato molto interessante e illuminante, sebbene i personaggi citati dall'autrice siano così numerosi da farmi girare la testa. Mi sono sentita immersa totalmente nella Berlino degli anni Quaranta, e ho palpitato con Marie in più di un'occasione. Un libro molto interessante, che consiglio a chiunque voglia approfondire la questione delle persecuzioni nei confronti degli ebrei, soprattutto in un momento storico come questo, dove i vertici stessi del popolo israeliano sembrano aver dimenticato cosa significhi essere vessati, minacciati e uccisi senza pietà.